Lo stato attuale del digital marketing e del mercato e-commerce

Nonostante i progressi fatti dai marketer nella promozione dei brand online, rimangono ancora poche le aziende che affrontano in maniera positiva la digitalizzazione. Specie in Italia sono in aumento le aziende che valutano negativamente la propria esperienze sul Web (il 10 % rispetto all’8% dell’anno scorso) e sono ancora troppe poche le aziende soddisfatte delle proprie attività di digital advertising, non superando il 39% del totale.

Ma su cosa investono maggiormente le aziende italiane?

Al primo posto c’è il Keyword advertising, con oltre il 25% degli investimenti. A seguire ci sono le attività SEO e le attività di social media, rispettivamente 19% e 14 %. L’email marketing e il remarketing hanno meno successo. Le campagne display e quelle di Programmatic advertising ricevono rispettivamente il 5% e il 2 % del budget riservato alla promozione sul digitale.

Gli investimenti in User Experience

Le aziende sentono come necessario sopratutto la promozione, e solo secondariamente gli investimenti in usabilità e user experience ( con il 20% contro il 34%). Seguono gli investimenti in rinnovamento tecnologico dello scomparto macchine e la promozione per le vendite all’estero (13% contro il 9%).

Gli investimenti in Customer Care

Per quanto riguarda la cura del cliente, solo il 2% delle aziende investe in logistica, mentre solo l’1% nello sviluppo della customer care. Dato allarmante: sono il 6% delle aziende totali quelle che non effettueranno nessun tipo di investimento nella digitalizzazione.

Il panorama internazionale

La maggior parte degli acquisti online vengono effettuati da e-commerce di aziende straniere, beneficiando dei maggiori vantaggi di prezzo. Dal punto di vista delle aziende, la più grossa preoccupazione riguarda i tempi di consegna che possono essere molto più lunghi rispetto ad una consegna nazionale, anche se le aziende si stanno attrezzando per ottimizzare la logistica. Proprio sulla logistica e su una maggiore ottimizzazione dei tempi di consegna (e abbattimento dei costi) si stanno dedicando i maggiori sforzi. Un lavoro che potrà influire positivamente sul volume degli scambi internazionali.

 

Il sud America

In alcune zone del mondo, sopratutto in sud America, la crescita dell’e-commerce sta registrando numeri da record, e si prevede che non rallenterà fino ad almeno il 2022. Le aziende che sfruttano l’ecommerce sono sempre di più, ma i due terzi degli acquisti totali avviene sulle piattaforme dominanti, come Amazon, Ebay o Alibaba.

L’Europa dell’est

Cosa si acquista maggiormente? Al primo posto c’è l’abbigliamento, seguito da articoli elettronici e libri. L’Europa dell’est sta già superando come tasso di crescita del volume di acquisto l’Europa occidentale. Ad esempio la Russia si piazza al primo posto in Europa come tasso di crescita nel traffico ecommerce, e il traffico maggiore avviene su marketplace cinesi.

La comunità europea

Per quanto riguarda la comunità europea, il Regno Unito ha compiuto acquisti internazionali per il solo 33% rispetto alla totalità delle transizioni, piazzandosi tra i più bassi in Europa. Si prevede che la Brexit influirà, anche se di pochi punti percentuali, positivamente sulla crescita dell’ecommerce da marketplace stranieri nel Regno Unito. Peggiori ci sono solo Germani e Polonia. Invece maggiormente propensi all’acquisto internazionale sono paesi come Francia, Paesi bassi, Svezia e Spagna. In Italia i consumatori che acquistano all’estero sono circa il 49 %, ma al primo posto in assoluto rimane il Portogallo, con addirittura l’89% sugli acquisti totali.

I metodi d’acquisto a livello internazionale

Per quanto riguarda il pagamento, nonostante PayPal e altri pagamenti digitali siano diventati i metodi più diffusi, rimangono ancora in molti a preferire il contrassegno. Tra i paesi più “tradizionalisti” ci sono Grecia , Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Kazakistan.

Nei Paesi centrali e del nord Europa invece è assolutamente più diffuso il pagamento digitale. In Inghilterra ad esempio questo metodo è preferito da più del 70% degli acquirenti. Lo stesso trend è confermato da altre nazioni come Danimarca, Francia, Austria, Belgio e Germania.

Il metodo di pagamento e la sicurezza relativa ad esso rimane una delle fonti di preoccupazioni maggiori per gli utenti di tutto il mondo, anche per mercati avanzati come Stati uniti e Inghilterra.

Lo sviluppo dei nuovi mercati

Per quanto riguarda le principali direttrici del mercato mondiale, quella con il più alto tasso di crescita è tra Cina e Stati Uniti, grazie anche ad Amazon che ha aperto le porte del mercato americano ai commercianti cinesi. Viceversa sono moltissime le aziende americane che vogliono sfruttare il nuovo mercato cinese.

Molti imprenditori  scelgono di sfruttare i grandi portali di  ecommerce come Alibaba (che da solo raggiunge più di  443 milioni di utenti) per entrare nei mercati internazionali e costi contenuti dal punto di vista logistico. L’apertura verso nuovi mercati grazie all’ecommerce e agli strumenti digitali ha consentito alla aziende di aumentare le vendite del 169%. 

In generale grazie all’evoluzione digitale, l’e-commerce estero in Cina è aumentato dell’86% in pochi anni, e si prevede che il 25% di cinesi entro il 2020 farà acquisti online. Il grande potenziale del mercato orientale non deve però lasciare spazio a sottovalutazioni: sono già più di 10mila i brand internazionali presenti in Cina nel mercato B2C, e si prevede che nel giro di pochi anni possano anche raddoppiare, lasciando meno margine a chi dovesse arrivare troppo tardi.

 

 

Fonte: Report Ecommerce in Italia 2017, edizione di Maggio.

Lettura interessante? Condividila con i tuoi contatti!

Iscriviti Ora



Acconsento ai trattamenti della privacy
×